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martedì 25 marzo 2014

NELL'ALTOGARDA NASCE LA STAMPANTE 3D FIGLIA...DI UN'ALTRA STAMPANTE 3D!!

La mia stampante ha una figlia !

Così ha esclamato Daniele Monetti, padre della prima RepRap dell'Alto Garda, alla notizia di Sebastiano Serafini, che grazie ai pezzi creati e stampati dalla 3D-printer di Daniele, ha costruito la seconda stampante 3D dell'Alto Garda.

Ma andiamo per gradi.

La stampa 3D è senza dubbio una delle tecnologie più promettenti e avveniristiche degli ultimi decenni. In breve si tratta di una macchina che, grazie alla fusione di un filamento di materiale plastico (nella maggior parte dei casi, ma anche resina di legno, cioccolata e altro), e deponendolo strato su strato, da forma ad oggetti partendo da un file 3D elaborato a computer. Grazie anche ai numerosi progetti paralleli Open Source, dove i “makers” di tutto il mondo hanno a disposizione un terreno fertile e aperto dove migliorare di volta in volta i prototipi, questa tecnologia potrebbe segnare un cambio di paradigma, svincolando la produzione da grandi e costose infrastrutture e portandola direttamente sulla nostra scrivania. Attualmente e con un poco di pazienza, con meno di 400 euro ci si può costruire la propria stampante 3D Open Source, replicabile per più della metà dei suoi componenti. 

In sostanza una stampante stampata da un'altra stampante!
Sebastiano Serafini
Così ha pensato di fare Sebastiano Serafini, ragazzo 19enne di Riva del Garda e studente presso l’ITI G.Floriani della zona. "Serve un pò di manualità, conoscenze di base dell’elettronica, magari un po’ di dimestichezza nel disegno di modelli 3D virtuali, ma soprattutto non devono mancare pazienza e buona volontà. Ovviamente alcune difficoltà le ho incontrate anch’io, ma su Internet si trova una vasta comunità di makers ai quali chiedere aiuto e informazioni” ci spiega. Il bello dell'Open Source è proprio questo.

L'obiettivo non è quello di creare un oggetto o un macchinario da cui trarre profitto, rischiando quindi di dover applicare un’obsolescenza dovuta alla scelta di alcuni pezzi di scarsa qualità, o facendolo magari un pò meno resistente di quanto si possa in realtà fare. Se un oggetto dura e non si rompe, oppure se è facilmente riparabile, la gente non lo comprerebbe più così spesso e non si creerebbe quel circolo essenziale del nostro sistema economico per creare profitto, rendendo sconveniente la produzione su larga scala.


Continuando a parlare con il “Seba” della sua stampante 3D, ci ricorda che, come spesso succede nell’autocostruzione, alle volte si incappa in piccole operazioni di manutenzione: “Non sono da escludere alcune operazioni di routine per garantire un fluido funzionamento della macchina: dopo circa 4 mesi dalla sua messa in funzione infatti, più di una volta è capitato di dover smontare e ripulire qualche componente, oppure serrare qualche vite che si era allentata, ma nonostante questo la macchina è frequentemente in funzione realizzando svariati tipi di modelli tridimensionali.”

Man mano che emergono nuovi piccoli difetti e possibili perfezionamenti per la RepRap, questi vengono sottoposti alla comunità virtuale, discussi, e se possibile, implementati nelle versioni successive. Proprio come Wikipedia. (infatti il sito ufficiale RepRap si basa su una wiki). L'obiettivo tra i makers dell'Open Source è quello di creare un qualcosa che duri nel tempo, che sia facilmente aggiornabile (come nel caso di oggetti tecnologici, come la stampante 3D, che subiscono l'influsso dell'obsolescenza intrinseca, dovuta in parte anche alla legge di Moore), che sia il più possibile modulare (in modo da cambiare solo il pezzo danneggiato) e in questo caso, che sia replicabile. In altre parole oggetti efficienti e creati in maniera intelligente. Nell’attuale sistema economico una maggiore efficienza, risparmio, durabilità vanno spesso a cozzare con il bisogno di profitto.

Oggi, con poche centinaia di euro è possibile avere sulla propria scrivania un oggetto che consuma più o meno quanto un bollitore, che riesce a stampare oggetti resistenti di qualsiasi tipo: provate un pò a lasciar andare la vostra fantasia e immaginare a che cosa possa servire. C’è un ingranaggio nel motore del vostro mixer da cucina che si è consumato nel tempo e non gira più? Magari è pure in plastica, una cosa che sarebbe stata illogica se il mixer l'avreste costruito voi. Era ovvio che prima o poi si sarebbe consumato, no?. Purtroppo per voi (e per il pianeta, come vedremo dopo) si tratta di una parte non reperibile in negozio, perché non progettata per essere sostitutita, o magari il vostro mixer è troppo vecchio e il negoziante vi consiglia di comprarne uno nuovo, perché tanto ci sono quelli là in offerta, che fanno proprio al caso vostro.

Il vostro vecchio mixer da cucina così lo buttate, dimenticandovene completamente, non immaginando che probabilmente finirà in qualche discarica in un paese povero, insieme ad altri cumuli e cumuli di oggetti tecnologici per i quali è stata usata dell'energia, nella costruzione, nello spostamento delle materie prime per il loro assemblamento, per creare l'imballaggio etc etc. 

Ed energia, al giorno d'oggi, vuol dire litri di petrolio e di acqua. 
Perché quindi non cercare di recuperare quello che abbiamo, tenendo conto di tutti questi passaggi insiti negli oggetti stessi che ci sono in casa nostra?

Con una stampante 3D a disposizione nel vostro quartiere (ora stanno iniziando a crearsi proprio dei 3D Hubs virtuali LINK , per mettere a disposizione la propria stampante a chiunque) ora potrete farvi aiutare a disegnare il pezzo che vi serve per il vostro mixer da cucina, con un programma di disegno 3D (ce ne sono tanti ormai, anche Open Source, come Blender), e con l'aiuto di un calibro e un pò di occhio avrete ultimato il disegno del vostro pezzo, in un file digitale che potrete portare nella chiavetta USB o in un allegato che potrete poi far arrivare alla stampante 3D del vostro amico più vicino.

Con una RepRap potete stamparvi le asticelle per gli occhiali, il coperchio del vostro caricabatterie, la parte finale del tubo della vostra aspirapolvere, una cover per il telecomando o per il cellulare, l'ala del vostro modellino di aeroplano oppure il supporto per tostapane. Usando la stessa tecnologia stanno pianificando di stampare delle intere case, modulari, senza quindi spreco di materiale e quasi senza bisogno di muratori. Stanno usando tale tecnologia con successo nella chirurgia maxillofacciale, e in generale nel campo medico, nella ricostruzione delle ossa, di trachee, reni, e arterie. La rivoluzione è in atto, non c'è dubbio. E parte di essa si trova qui nell’Alto Garda.